Bando periferie, l’allarme di Decaro: “Sindaci pronti a diffidare il governo”
Bando periferie, l’allarme di Decaro: “Sindaci pronti a diffidare il governo”
“Nel decreto milleproroghe noi sindaci cogliamo un segnale molto, molto negativo. Se è vero, infatti, che sembra avviata la procedura per sbloccare gli avanzi di amministrazione, un obbligo dopo le sentenze della Corte costituzionale, la sospensione delle convenzioni del Bando periferie per 96 tra città e aree metropolitane è una decisione preoccupante e gravissima”. Lo dice il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro. “Parliamo di atti già firmati dalla Presidenza del Consiglio e dagli enti interessati, convenzioni in virtù delle quali le amministrazioni hanno avviato attività di progettazione quando non anche le gare. Quei 96 sindaci potrebbero diffidare la presidenza del Consiglio ad adempiere a quanto deciso e sottoscritto dal governo. Davvero non vorremmo essere costretti ad arrivare a tanto. Ma pretendiamo chiarezza”.
Nel decreto milleproroghe sembra aprirsi anche uno spiraglio per il libero utilizzo degli avanzi di amministrazione, che, da tempo obiettivo dei sindaci, è diventato un obbligo per il governo della finanza pubblica con due sentenze recenti della Corte costituzionale. “Lo “sblocco” degli avanzi consiste nell’abolizione delle regole sul pareggio del saldo di competenza, lasciando operare le sole norme contabili, già piuttosto restrittive di loro. Non ci siamo ancora arrivati – rileva Decaro – nella norma approvata c’è un primo segnale positivo in termini di mera copertura ma la liberazione degli avanzi dei Comuni e delle Città metropolitane ancora non c’è. Tuttavia le dichiarazioni dei viceministri Castelli e Garavaglia ci fanno sperare che la strada sia davvero aperta. Si libererebbero molte energie, sia tra i Comuni che nel Mef, energie oggi impiegate nel controllare il saldo, applicare sanzioni, capire o spiegare come intervenire su questo o quel caso particolare. Sarebbe cioè un fondamentale primo pezzo della semplificazione che è tra i primi obiettivi da raggiungere con la prossima legge di bilancio, anche per assicurare maggiori capacità di investimento. È vero, come ricostruisce la viceministra Castelli, che i Comuni fino a qualche anno fa hanno subito tagli dolorosi, risalenti nel tempo, più ingenti di tutti. Ma è anche vero che i tagli sono finiti da un paio d’anni. Ora, per rimettere le cose a posto serve la massima condivisione e qualche risorsa in più non solo sul fronte degli investimenti, ma anche per mettere in sicurezza la spesa corrente necessaria, quella che i Comuni devono fare per mantenere i servizi locali, districandosi tra nuove spese obbligatorie, dai rinnovi contrattuali alla protezione civile, e crescenti accantonamenti richiesti dalla nuova contabilità”.
Nel decreto milleproroghe sembra aprirsi anche uno spiraglio per il libero utilizzo degli avanzi di amministrazione, che, da tempo obiettivo dei sindaci, è diventato un obbligo per il governo della finanza pubblica con due sentenze recenti della Corte costituzionale. “Lo “sblocco” degli avanzi consiste nell’abolizione delle regole sul pareggio del saldo di competenza, lasciando operare le sole norme contabili, già piuttosto restrittive di loro. Non ci siamo ancora arrivati – rileva Decaro – nella norma approvata c’è un primo segnale positivo in termini di mera copertura ma la liberazione degli avanzi dei Comuni e delle Città metropolitane ancora non c’è. Tuttavia le dichiarazioni dei viceministri Castelli e Garavaglia ci fanno sperare che la strada sia davvero aperta. Si libererebbero molte energie, sia tra i Comuni che nel Mef, energie oggi impiegate nel controllare il saldo, applicare sanzioni, capire o spiegare come intervenire su questo o quel caso particolare. Sarebbe cioè un fondamentale primo pezzo della semplificazione che è tra i primi obiettivi da raggiungere con la prossima legge di bilancio, anche per assicurare maggiori capacità di investimento. È vero, come ricostruisce la viceministra Castelli, che i Comuni fino a qualche anno fa hanno subito tagli dolorosi, risalenti nel tempo, più ingenti di tutti. Ma è anche vero che i tagli sono finiti da un paio d’anni. Ora, per rimettere le cose a posto serve la massima condivisione e qualche risorsa in più non solo sul fronte degli investimenti, ma anche per mettere in sicurezza la spesa corrente necessaria, quella che i Comuni devono fare per mantenere i servizi locali, districandosi tra nuove spese obbligatorie, dai rinnovi contrattuali alla protezione civile, e crescenti accantonamenti richiesti dalla nuova contabilità”.
Decaro quindi si sofferma sulle risorse complessive che il governo ha rivendicato di aver riconosciuto agli enti locali. “Il miliardo per i Comuni rientra nelle risorse già assegnate agli enti locali, di cui siamo lieti di apprendere un nuovo sblocco. Ma, come detto, ci preoccupa moltissimo la “sospensione” delle convenzioni del Bando periferie, anche alla luce degli oneri sostenuti per la progettazione e per l’avvio di alcune delle opere previste. Andremo in fondo”.
da www.anci.it